È tempo di Derby d’Italia, il 175esimo. I fuochi d’artificio sparati da qualche gruppetto di tifosi fuori dallo stadio San Siro di Milano, rendono impossibile il dialogo e rimandano di qualche minuto il fischio d’inizio del match più atteso del campionato.
PRIMO TEMPO
La Juve parte bene e sembra avere il comando della gara, ma è proprio nei momenti più belli che accade l’imprevedibile. Azione nerazzurra, traversone dalla destra di Barella, inserimento di Vidal che stacca su tutti e di testa impatta la palla in rete. È il primo gol in campionato con la maglia interista, il gol dell’ex. Questo è il calcio, 4 mesi disastrosi poi una rete decisiva. Inter in vantaggio al 12esimo minuto, complice anche un Danilo abbastanza impassibile. La Juve subisce il colpo, tanto che la pressione degli uomini di Pirlo prosegue leggera per tutta la prima parte di gara (e non solo), creando ancora più difficoltà, dato che nei big match la Juventus non è mai stata abituata ad inseguire (vedi Barcellona e Milan). Ronaldo non trova palloni e viene a prenderli fuori, ma a centrocampo sembrano mancare la geometria di Arthur e gli inserimenti di McKennie. L’Inter rischia troppo poco nel primo tempo, è CR7, infatti, l’unico a scaldare i guanti ad Handanivic, seppur con tiri dai 30 metri (fatta eccezione per la rete annullata causa il giusto fuorigioco di Chiesa al momento dell’assist). Al termine dei 45’ niente di più.
SECONDO TEMPO
Si inverte il campo ma il copione si ripete. Nemmeno il tempo di provare a risistemare le idee, che Bastoni divide a metà la squadra di Pirlo, disegnando un assist per Barella da poco fuori la propria area di rigore. Il centrocampista interista è freddo come un attaccante e, a tu per tu con Szczsny, firma il 2-0 Inter. È il 52esimo. Juve incredula come il suo allenatore, che prepara il triplo cambio: Kulusevsky, Bernardeschi e McKennie, per Rabiot, Ramsey e Frabotta. Ma il giallo di Morata è simbolo della frustrazione della squadra, che sembra giocare un secondo in ritardo rispetto ai propri avversari. Un Chiellini ancora non al meglio, non riesce a placare la potenza di Lukaku e neppure i cambi incidono. Più i minuti passano, più la pericolosità dell’Inter sembra aumentare quanto l’intangibilità bianconera. Tanta corsa, tanta fatica, ma poca palla e lucidità. All’86esimo la prima vera azione della Juventus, con Chiesa che si vede negato il gol da un formidabile Handanovic. Unico squillo della generale assenza silenziosa di questa sera. La partita termina con Hakimi che sfiora il tris, 5 minuti di recupero e niente più.
FUORI TEMPO
È stata una Juve fuori tempo, quasi per tutta la gara. Nelle uscite, nel pressing, nei passaggi, regalando spazi fondamentali alla squadra di Conte (prima vittoria da allenatore contro la Juventus), permettendo alla difesa avversaria di uscire ed impostare ogni pallone giocato. Una Juve mai in partita, che non ha praticamente mai tirato in porta. I fuochi d’artificio di stasera sono tutti per l’Inter, che raggiunge in vetta il Milan a quota 40 punti e stacca di sette lunghezze i bianconeri (entrambe però con una partita da giocare). Niente da dire, una brutta prestazione, con tanti errori e poca intraprendenza, una gara che a tratti ha ricordato la partita contro la Fiorentina. Una Juventus contro tempo ma ancora, fortunatamente, non fuori tempo massimo. C’è un’altra metà di campionato da giocare, sebbene ora una cosa sia certa: da adesso in poi non si può più sbagliare.