La leggenda bianconera è pronta a fare i bagagli per la seconda volta
TORNO – Lo aveva già fatto è vero, ma a certe cose è impossibile abituarsi. Ha preparato tutti da un po’ questo è vero, ma il suo secondo addio non sarà certo più facile del primo. Si chiude un ciclo, un avventura iniziata nel lontano 2001. L’era Buffon è pronta a chiudere il sipario per sempre. Il secondo addio, scrive la Gazzetta dello Sport, lascia qualche rimpianto, sottotraccia, e un po’ di amarezza che affiora appena in superficie, fra le varie frasi di amore e riconoscenza. “Siamo arrivati alla fine di un ciclo ed è giusto che uno tolga il disturbo” dice Gigi nell’intervista a beIN Sports. Nella quale rende ufficiale una decisone che circolava nell’aria già da tempo. Il portiere comunica l’annuncio alla vigilia della trasferta contro il Sassuolo, dove giocherà dal primo minuto. E quando è ancora molto fresca la pesante sconfitta contro il Milan, vissuta intensamente da Buffon in panchina. Le telecamere lo hanno cercato spesso, nei 90’ contro i rossoneri, catturando le sue espressioni di delusione per il vantaggio milanista. La sua grande gioia e gli incitamenti al suo collega polacco dopo il rigore parato a Kessie e per finire il suo sconforto quando il diavolo ha dilagato. Osservatore partecipe, ma pur sempre osservatore. Ecco come si è sentito in questa stagione Gigi. Ecco perchè dirà addio per la seconda volta alla sua Juventus.
VOLEVA DI PIU’ – Perchè il 43enne Buffon si sente ancora giovane, un ragazzino. Si sente ancora in grado di poter fare la differenza. Avrebbe certamente voluto farlo di più in questa seconda annata alla Juve. Che invece, molto probabilmente, si chiuderà con le stesse presenze dell’anno scorso. O forse con una in meno ( siamo 12 a 15). Con Sarri il suo rapporto era buono, con Pirlo non parliamone. In virtù di una lunga amicizia coltivata a Torino e Coverciano. Buffon avrebbe voluto giocare qualche partita in più, specie dopo la grande vittoria al Camp Nou contro il Barcellona. Purtroppo così non è stato.
FINE DI UN’ERA – Ringraziamenti che sono iniziati ad arrivare dai tifosi bianconeri di ogni latitudine. L’abbraccio per il primo addio, allo Stadium, fu collettivo, sentito, avvolgente. In questo 2021 non sarà possibile avere il bis. Stadi vuoti o quasi accoglieranno le sue ultime presenze con la maglia della Vecchia Signora. Compresa la finale di Coppa Italia. Chiudere con un trofeo renderebbe il tutto meno doloroso, intanto si chiude un’era. Una storia iniziata quando Nedved debuttava in bianconero. Oggi l’angelo biondo è vicepresidente. C’erano ancora la lira, Gianni Agnelli, le torri gemelle. Ma in primis quando è arrivato nella città della Mole, la Juve aveva 11 scudetti ed un portiere leggendario in meno.