Juve – Napoli si presenta come qualcosa di più di una semplice partita, è Pirlo vs Gattuso, è Champions, è semplicemente… il domani.
Juventus e Napoli si trovano a giocare (dopo ben sei mesi e tre giorni di ritardo) una partita più che decisiva a questo punto della stagione. Chiellini scalda la gara ricordando che i partenopei hanno tirato due volte negli ultimi due mesi (in sostanza i due rigori di Insigne, quello sbagliato in Supercoppa e quello a segno in campionato). Le due squadre sono appaiate in classifica a 56 punti, partita quindi decisiva per le sorti europee di entrambe. Per la Juventus, però, non si tratta solo di “stelle”, ma di Pirlo, di futuro… sia di Andrea che della Juve.
È anche Pirlo contro Gattuso, compagni nel Milan, avversari quest’oggi. Ad aggravare la situazione del tecnico bianconero è però il destino stesso della partita, meglio il risultato, perché se la panchina di Gattuso è salda non si può dire lo stesso per quella di Pirlo. Non centrare la qualificazione in Champions League vorrebbe dire semplicemente “fallimento”. Andrea, però, inizia senza deludere le aspettative; squadra disposta bene tatticamente, gioco veloce a creare spazio sugli esterni per centrare l’obiettivo.
Con in ballo molto più di tre punti, Mariani fischia l’inizio e i bianconeri si fanno subito sotto, con il piglio giusto. Sin dai primi secondi si vede una Juve aggressiva e mentalmente preparata. Infatti, passano appena due minuti che Cristiano Ronaldo si divora un goal già fatto (sulla palla deliziosa di Danilo) a un metro dalla porta. Poco dopo (fortunatamente) ci pensa Zielinsly a pareggiare i conti con gli errori. Ma come detto la Juve c’è, così tocca al solito Chiesa illuminare la partita con una grande giocata ed un assist perfetto per Ronaldo che questa volta non sbaglia; piattone destro ad incrociare, quarto goal al Napoli e Juve in vantaggio al 13’. Pirlo si posiziona un gradino sopra Gattuso e da lì gestisce il primo tempo. Oltre ad un rigore per parte negato, la prima frazione si chiude con il vantaggio firmato CR7.
Il secondo tempo riprende con la stessa tensione, con l’intensità giusta per affrontare una partita così importante. Pirlo decide di non far calare di un decibel il ritmo, al 68’ sostituisce Morata con Dybala e Cuadrado con McKennie. Scelta ottima e tempismo perfetto, infatti, tre mesi e mezzo dopo il suo rientro in campo, ecco la “Joya”: giocata da fenomeno di Dybala che, appena entrato, da fermo si gira in un fazzoletto e piazza un colpo da biliardo. Doppio vantaggio Juve a meno di 20 minuti dalla fine. Ma senza scordarci la maledizione dei rigori contro il Napoli, la storia si ripete per Insigne che non sbaglia dagli undici metri e rimette in bilico il match a 4 minuti (ovvero il recupero) dalla fine. Panchina in piedi, animi caldi, ma la testa dei bianconeri resta lucida quel tanto che basta per arrivare al termine di una vittoria faticosa ma fondamentale… per Tutti.
Tre punti decisivi, terzo posto in classifica ad una lunghezza dal Milan e vista finalmente sulle “stelle”. Adesso la matematica traccia a Pirlo e alla sua Juve un destino più sereno, seppur variabile, ma se quella vista oggi è un segno della squadra che sarà, allora è giusto continuare a percorrere questa strada insieme.