È una partenza che delude le aspettative, quella del derby per eccellenza, valido per un posto in finale di Coppa Italia. Non parte bene neppure per la Juventus, che soffre l’Inter di Conte…
I nerazzurri si aggiudicano ai punti il primo tempo, mettendo in difficoltà più volte gli uomini di Pirlo. Tanti, troppi errori in fase di ripartenza bianconera e tanta sofferenza per le incursioni di Hakimi e gli spazi creati dal solito Lukaku. D’altronde è giusto aspettarsi un Inter agguerrita per riaprire il discorso qualificazione, focalizzata a recuperare lo svantaggio, che (in realtà) non è nemmeno molto dato che un solo gol potrebbe cambiare totalmente gli equilibri della sfida, sia da una parte che dall’altra…
A far pendere l’ago in favore di Torino, ci pensa Cristiano Ronaldo con tre conclusioni al termine della prima frazione di gioco – e due all’inizio della ripresa – che fanno gelare il sangue nelle vene degli interisti. Si riparte comunque dallo zero a zero; palla al centro e nessun cambio. Davanti a Buffon ci sono Danilo, Demiral, De Ligt e Alex Sandro; centrocampo a quattro con Cuadrado, Bentancur, Rabiot, Bernardeschi, davanti C. Ronaldo e Kulusevski. Il primo cambio è McKennie per un Bernardeschi incapace di placare la scheggia Hakimi, soffrendolo fin troppo. I ritmi che seguono non sono dei più emozionanti, si arriva a mezz’ora dal termine e Pirlo cerca di rischiare il meno possibile, ma la cosa migliore sarebbe un gol. CR7 ci prova da solo, a modo suo, ma la sfortuna e Handanovic negano la gioia generale. Kulusevsky si fa vedere un po’ di più nel secondo tempo, ma la verità è che stasera si è giocato male la sua occasione (uscirà per Chiesa a cinque minuti dalla fine). La Juve si abbassa, rincula sulle incursioni avversarie cercando qualche ripartenza che, paradossalmente, gli fa trovare la porta più dell’Inter. Chiellini sostituisce Cuadrado, Pirlo imposta una difesa a cinque con Danilo e Alex Sandro sugli esterni. Intanto, i minuti scorrono, la finale si avvicina ma l’equilibrio resta labile. È in momenti come questi che si misura il temperamento di una squadra, di un gruppo. Quatto di recupero, 240 secondi al termine, l’Inter attacca ma la Juve difende con i denti, con la voglia. Compatta, tatticamente impeccabile, senza dare troppi cenni di sofferenza.
È proprio il carattere di questa squadra, della Juve di Pirlo, a fare la differenza; senza dimenticare, ovviamente, i gol di C. Ronaldo dell’andata. L’insieme decide la contesa, permettendo alla Juventus di giocarsi la 20º finale di Coppa Italia della sua storia. Mai nessuna squadra in Italia ha raggiunto un numero così alto. D’altronde di Juventus ce n’è una, ma per rispecchiare il perfetto Stile manca ancora una cosa: vincere la finale! Che sia ancora Napoli o l’inedita Atalanta lo vedremo, aldilà di questo, sappiamo tutti qual’è l’unica cosa che conta…