“Non devono esserci alibi” ha detto ieri in conferenza stampa Massimiliano Allegri. E allora mettiamo da parte le tante, troppe assenze, la sosta e l’avversario odierno, tra i più ostici del campionato. “I risultati contano”, ha sottolineato il tecnico bianconero. E dunque non si può che partire dai dati: due a uno per il Napoli allo stadio Maradona e primo big match che non riesce a fare ingranare la marcia ai torinesi. Quel che è peggio, un solo punto in tre partite. E campionato che per la Juventus è iniziato in un modo che più in salita di così non poteva essere.
A dieci minuti dall’inizio, Morata sfruttando un errore in uscita di Manolas recupera palla e sigla l’uno a zero che sembrava aver messo in discesa l’incontro. Ben presto, però, gli azzurri trovano le misure, ed ecco che gli ormai noti difetti della Juventus tornano a farsi sentire. Come il faticare incredibilmente a reagire ai momenti avversi della partita. Basta infatti il pareggio di Politano al ’56 (non impeccabile Szczesny anche in questa occasione sul tiro di insigne che ha propiziato la ribattuta del numero 21 azzurro) per rendere un match che sin li aveva regalato potenziali occasioni e spazi ad entrambe a senso unico per i padroni di casa. Fatica, la Juventus, che complice la stanchezza si schiaccia e non riesce più ad uscire dal possesso palla azzurro. Sarebbe troppo facile imputare il definitivo 2 a 1 azzurro alla sfortuna (la deviazione di Kean che coglie di sorpresa Szczesny per la finalizzazione di Koulibaly è il segnale che proprio non è aria). Sarebbe anche troppo facile imputarla ai pur gravi errori individuali, che condannano nel risultato, certo, ma non cambiano una prestazione e una reazione che poteva e doveva essere migliore. La realtà è che la Juventus è ancora in balia degli episodi e dei lavori in corso che lentamente stanno provando a cambiarla nell’anima e riportarla agli antichi splendori. Serve pazienza, e tanta, ma anche risultati. Il Napoli, intanto, è a più otto.