Sarebbe dovuta essere la giornata dei sorteggi Champions League. La Juventus dall’urna di Nyon esce con un gruppo H tosto ma accessibile. Chelsea, Zenit, Malmoe per Allegri e i suoi, che Bleus campioni d’Europa a parte trovano sulla carta ampi margini di qualificazione. Anche se attenzione, a dare la qualificazione come già cosa fatta.
Sarebbe dovuta essere, dicevamo. Perchè il giorno dei pronostici e delle speranze, delle dita incrociate e degli scongiuri si è trasformato in dinamite pura pronta a far esplodere l’universo bianconero.
La miccia, neanche a dirlo, ha le sembianze di Cristiano Ronaldo. Dalla mattinata di ieri sino a tarda nottata un escalation continua di notizie sul futuro del portoghese. L’offerta del City, l’arrivo di Mendez a Torino, il muro della Juventus – ferma nel ribadire il no secco a lasciare libero il giocatore a parametro zero – poi la corsa dell’agente del portoghese a Parigi, l’incontro, le conferme, sino al verdetto in serata: Cristiano Ronaldo ha deciso di lasciare la Juventus. Non una sorpresa nel contenuto, sicuramente nelle tempistiche e nella forma.
In attesa di capire se il desiderio di CR7 verrà esaudito, il tifo bianconero si è schierato: tra chi dice che 30 gol stagionali e un talento unico nel suo genere non si sostituiscono a pochi giorni dalla fine del mercato (tantomeno con Lacazette, Kean e Icardi, principali indiziati attualmente) e chi invece guarda al futuro e al lato economico, e allo spazio a bilancio lasciato dal faraonico stipendio del portoghese che può lasciare ampi margini di manovra sul mercato. Entrambe condivisibili.
In mezzo la stanchezza da tutte le parti e la consapevolezza di una storia d’amore comunque giunta al capolinea. Iniziata tra proclami, sogni di gloria, entusiasmo, finisce con sopportazione reciproca e voglia di separarsi quanto prima, a patto di vedere le proprie richieste soddisfatte. Qualche estate fa sembrava amore, e invece era calesse.