Le parole del tecnico bianconero che torna sulla scelta di tornare sulla panchina bianconera
INTERVISTA – Massimiliano Allegri ha parlato a GQ della scelta fatta la scorsa estate di tornare nuovamente ad allenare la Juventus malgrado le sirene estere.
Ecco un estratto delle parole del tecnico bianconero:
“L’ho detto e lo ripeto: quest’anno avevo già firmato un accordo con il Real Madrid. Poi la mattina ho chiamato il Presidente e gli ho detto che non sarei andato perché avevo scelto la Juventus. Mi ha ringraziato. Da quando mi ha chiamato la Juventus a maggio non ho avuto nessun dubbio.“
Real Madrid –
“A livello professionale sarebbe stato il coronamento di un percorso, certo: Milan, Juve, Real. Ma nella vita non si può avere sempre tutto e io sono davvero contento e orgoglioso di aver allenato per quattro anni il Milan e ora essere al sesto in un club come la Juventus. Al Real ho detto no due volte. La prima è stata mentre ero in fase di rinnovo con la Juve: dissi al presidente del Real che avevo già dato la mia parola a Andrea Agnelli.“
Due anni senza allenare –
“Sono stato benissimo, a parte il secondo anno quando è scoppiato il Covid, come per tutti immagino. A febbraio del 2020, quando è iniziato tutto, ero in montagna con mio figlio; siamo tornati l’otto marzo, c’era il lockdown, e quindi mi sono rifugiato a casa mia a Livorno. Alla fine questi due anni mi servivano: ne ho fatti diciotto da giocatore e sedici da allenatore senza mai fermarmi.”
Visione del calcio –
“Più che altro ci sono delle partite che mi appassionano. A marzo ho guardato Real Madrid-Paris Saint-Germain e l’ho trovata una partita fantastica; mi sono veramente emozionato a vederla perché ci sono state delle giocate tecniche di giocatori di assoluto valore, è stata la dimostrazione che i campioni la differenza la fanno nel carattere, nell’orgoglio, vedi Modric e Benzema. Sono stati meravigliosi. Quando ero fermo, più che altro andavo a vedere ogni tanto i miei amici che allenano a livello dilettantistico, mi divertivo un po’ così. Poi ovviamente guardavo un po’ di partite quando mi capitava ma non ne ero assolutamente ossessionato. Mi sono dedicato un po’ al tennis, ho letto, fatto cose mie, non è che si potesse far molto, però sono stati due anni passati bene, e infatti dopo che ho ricominciato mi ci è voluto un po’ per riprendere i ritmi giusti. “
Il rapporto con Livorno –
“È stata ed è la mia forza. Livorno per me è sempre stata il mio rifugio: quando capivo che le cose non andavano o che stavo perdendo il contatto con la realtà, me ne andavo a Livorno e ritornavo, diciamo, in quella che è la vita reale. Mi ha aiutato anche nel lavoro, perché dalle nostre parti sdrammatizziamo molto.”
Valore dell’amicizia –
“Altissimo. Fortunatamente, dove sono andato ho lasciato amici, e mi diverte tornare quando posso a Cagliari, a Perugia, a Pescara, a Milano. Io dove vado lascio sempre qualcuno di importante che non avevo quando sono arrivato.”
Vivere a Torino –
“Ho sempre preso casa nel centro della città. Sentire, respirare l’aria della città, conoscere la gente che ci vive; per me è fondamentale. A Torino si vive bene, la gente è molto educata e rispettosa e a modo suo anche divertente. Sto bene e poi sono molto tranquillo, anche in passato quando ero più giovane mi è sempre piaciuto vivere in città perché conosci la gente. Conosci quello del bar, il tabacchino con cui fare due chiacchiere e scherzare un po’, sennò ci prendiamo troppo sul serio e non va bene.”
Il tempo giusto di finire la pausa –
“Sì, era il tempo giusto. Sono stato fermo parecchio, sarei comunque tornato ad allenare, avrei potuto farlo prima ma poi sono subentrate anche questioni personali e di famiglia. Nel 2018 è venuta a mancare mia madre, quindi nel 2019 non mi volevo allontanare troppo, e ne ho approfittato per stare vicino a Giorgio, il mio figlio più piccolo, la grande ormai vive a Milano ed è autonoma; mio padre è a Livorno e ha risentito molto della mancanza di mia madre. La decisione di tornare alla Juventus, oltre al fatto di essere legato alla proprietà e al club, è anche frutto del desiderio di stare accanto a mio figlio, che vive a Torino con la madre. Sono uno a cui piace avere tutti gli affetti vicini. “