Se ci si fosse chiesti in queste calde ore quale sarebbe stata la giusta risposta all’ormai virale “Vogliono giocare nella Juve” ironicamente urlato nel post partita contro Milan come sfogo da Massimiliano Allegri, o ai continui “devono crescere, devono migliorare” ripetuto come un mantra all’indirizzo dei vari Kean, Chiesa, De Ligt dal tecnico…
Se si cercasse una risposta, dicevamo, sarebbe Spezia- Juventus.
Partiamo da una verità. Nonostante l’esito positivo, è stata l’ennesima serata pallida per la Vecchia Signora. Due gol gentilmente concessi agli uomini di Motta per una difesa tutt’altro che irresistibile. Un’altra gara dove l’avversario era riuscito a rimontare i bianconeri, passati per primi in vantaggio al 28′ del primo tempo (al 33′ e al 43′ le reti della momentanea rimonta dello Spezia targata Gyasi – Antiste). Un’altra prestazione, soprattutto, poco convincente dal punto di vista di gioco e manovra. Troppo bloccati, troppo imprecisi, troppo instabili, troppo confusi, troppo frenetici, troppo nervoso, troppo poco cattivi. Segno di un momento particolarmente delicato soprattutto dal punto di vista emotivo e di meccanismi che ancora faticano a decollare.
Eppure è arrivata la prima (fondamentale per evitare un vero dramma) vittoria. Merito proprio di quei giovani – o giocatori con meno esperienza, come li ha definiti Allegri – tanto sollecitati dal tecnico. Di Kean, che sigla la rete del vantaggio. Di Federico Chiesa, l’uomo “al ’60 da buttare” che al 66′ si carica sulle spalle la Juventus e firma la rete del pareggio. Di De Ligt, che torna protagonista e firma il gol del ribaltone. Allegri chiama, i giovani rispondono. E’ un po’ anche la vittoria del tecnico livornese, abile a non far perdere la testa al suo gruppo e a pungere nell’orgoglio e a toccare i tasti emotivi giusti per far esplodere il tanto potenziale in prospettiva della rosa.
Per la vera Juve ci sarà tempo, intanto era fondamentale per Allegri e i suoi mettere un freno alla caduta libera di questo avvio di stagione e iniziare a macinare risultati. Lo “sblocco” è arrivato. E si sa, la vittoria è la ricetta migliore contro insicurezze e tensioni.