Le parole del patron bianconero in merito al terremoto scatenatosi nel mondo del calcio nelle ultime 48 ore
LE DICHIARAZIONI – Andrea Agnelli ha rilasciato un’intervista esclusiva per il Corriere con il fine di spiegare la sua posizione in combutta con gli organismi calcistici internazionali. Qualche estratto delle sue parole:
“La nostra volontà è creare una competizione che possa portare benefici all’intera piramide del calcio, aumentando sostanzialmente quella che è la solidarietà distribuita agli altri club. Una competizione, lo sottolineo, che rimane aperta e prevede cinque posti a disposizione degli altri club. Io temo molto il populismo, la demagogia e che qualcuno non prenda atto dello stato di monopolio nel quale ci muoviamo. Minacce, questa la risposta che abbiamo ottenuto. Impedire a un lavoratore di svolgere il proprio lavoro è gravissimo. Ad ogni modo, non siamo assolutamente preoccupati. Il nostro è un approccio a una nuova libertà. Nuova libertà che è garantita dai trattati dell’Unione europea. Vogliamo uscire da questa situazione di monopolio nella quale i nostri regolatori sono anche i principali competitor. In Inghilterra erano convinti di avere altre squadre in zona Champions e si ritrovano con Leicester e West Ham. Le televisioni che fanno? Non pagano? Ripeto, il punto è la stabilità. I top club trasferiscono ricchezza, mi faccia il saldo della campagna acquisti anno su anno e vedrà quanto incidiamo. Inoltre viviamo con la pressione del risultato e se perdiamo due partite di fila titolate ”Crisi fotonica”. La stabilità consente di far crescere risorse come un allenatore alla prima esperienza, ma anche i giovani. In Germania per otto anni di fila ha vinto il Bayern, in Francia c’è l’egemonia. In Italia in 100 anni di serie A ottanta volte ha vinto una tra Juve, Inter e Milan. Sono statistiche, potrei organizzare un simposio sull’evoluzione del mercato e sull’incidenza dei diritti televisivi sulla geografia del calcio europeo. Il sogno io non te lo nego, sottolineo tuttavia un aspetto che trovo assurdo. Io sono nel calcio dal 2010 e nel 2010 la Juve dal sistema riceveva 100 milioni di euro. Nel 2020-21 ne ha presi sempre 100, la stessa cifra in undici anni di sviluppo, mentre noi siamo passati da un fatturato di 170 a uno di 550, investendo 450 milioni in infrastrutture. Abbiamo portato Cristiano in Italia e la sua sola presenza ha garantito agli altri club 4 milioni al botteghino. Desideriamo continuare a importare altri campioni con benefici per tutti i livelli del calcio, dai più giovani ai dilettanti. Se tornassi indietro riporterei Ronaldo alla Juve e mi riaffiderei a Pirlo“.